Per non Perdere il Filo 2013 36 cm acrilico su tavola |
L'Urlo del Pianeta 2013 150x110 acrilico su tela |
Mercante del Nulla 2013 100cm acrilico su tavola |
Adagio Perforante 2013 36 cm acrilico su tavola |
Sonata per il Diritto alla Follia 2013 100 cm acrilico su tavola |
Angelo Esattore 2014 70x70 acrilico su tela |
Angelo Politico con Carapace 2014 100x100 acrilico su tela |
Nella Fabbrica BENDATO COLPEVOLE 2014 140x140 acrilico su tela |
Declinato Tracimante 2014 36 cm acrilico su tavola |
Affinché possano Germinare 2014 36 cm acrilico su tavola |
Angelo Bifronte 2014 100x25 acrilico su tela *** Angelo del Silenzio Colpevole 2014 100x25 acrilico su tela |
Germinato Ingiusto 2014 100x100 acrilico su tela |
Corazzato Inumano 2014 100 cm acrilico su tavola |
Stralci VI 2011 grafite su carta |
Stralci XI 2013 35x35 grafite su carta Ida Budetta http://www.idabudetta.it/ email: idabudetta@hotmail.com Foto Scattate da Primo Iannarino " Le Verità Nascoste " a cura di Massimiliano Bisazza Statuto 13 Galleria d'Arte Contemporanea Dedicato ad Adriana L'ombra di un uomo nella stanza è più presente di lui stesso (...) Tutto sta cadendo a pezzi, tutto sta morendo. " (cit. Francis Bacon tratta dal Film " Love is the Devil ") Ida Budetta è senza dubbio una raffinata pittrice, talentuosa ed esperta sia nella tecnica pittorica sia nel disegno; ricca di contenuti espressivi e messaggi metaforici, subliminali, forti e potenti. Appena reduce dal meritato successo in Cina a Hong Kong torna a Brera, nel rinomato distretto dell'arte di Milano, dove esporrà presso la Galleria d'Arte Contemporanea Statuto 13. I personaggi che IDa pittrice ci propone nella nuova mostra milanese sono sempre ricchi di spunti che portano alla riflessione, all'interiorizzazione di quanto accade intorno a noi e dentro di noi. Francis Bacon, nella frase citata nell'incipit, a mio avviso ben rileva l'urgenza temporale e dell'epoca alla quale anche Ida Budetta ci riporta con maestria. Con grande umiltà utilizza il mezzo "altro e unico " della pittura per sensibilizzare l'uomo d'oggi che è così disattento e proiettato perlopiù verso fini meramente superficiali e mediatici, esattamente così come c'è richiesto e spesso imposto nel nostro secolo. La pittura di Ida Budetta è intrisa di effettivi ed evidenti rimandi agli stilemi medievali e rinascimentali come quei piacevoli dettagli lenticolari in stile fiammingo e quei volti intonsi che sono riscontrabili nei suoi lavori e ne rilevano i complessi espedienti formali, espressivi, che sono tipici del suo fare Arte. Se in passato notavo un profondo desiderio di silenzi anche durante l'enfasi creativa in cui Ida Budetta denunciava i gravi problemi che affliggono la nostra società; adesso si evince una sorta di "urlo", tutt'altro che afono, che fuoriesce dalle tele, dai disegni e dalle tavole dipinte, con una tale intensità ed efficacia da lasciarmi attonito. Ida Budetta urla in questa fase artistica della sua lunga carriera. Urla disperatamente la sua denuncia, il suo non accettare, non adeguarsi, non livellarsi alla mancanza di coerenza o peggio ancora alla nutrita ipocrisia che ci sovrasta mortalmente. Un atto di coraggio, che del resto è una delle sue peculiarità artistiche ma non solo. Un doveroso atto sia nei confronti del genere umano che nei confronti di se stessa, sempre fedele ai suoi principi di correttezza e giustezza morale e contraria all'omertà imperante. Allora e solo allora, appresi tali strumenti di lettura, si è finalmente in grado di comprendere fino in fondo la poetica di quest'artista, che, come raramente accade, sa urlare con l'ausilio pittorico il suo pensiero ma, paradossalmente, sa trasmetterci anche grazie ai suoi silenzi verbali. Angeli - dunque esseri ermafroditi - delle catastrofi si palesano di fronte ai nostri occhi e sono portatori di lussuria, doppiezza, corruzione, lascivia e malefatte della politica italiana ( si vedano a tale proposito " Angelo Bifronte ", " Angelo del Silenzio Colpevole " e " Angelo Esattore " ). Gli sguardi dei personaggi che popolano i dipinti di Ida Budetta sono sempre caratterizzati da occhi le cui pupille sono opacizzate, se non addirittura serrate. La metafora di " coloro che non vogliono vedere " si presenta sempre puntuale (per esempio: " Nella Fabbrica BENDATO COLPEVOLE ") e si confronta fortemente e volutamente (come se le note echeggiassero un minuetto su due fronti che si congiungono allo stesso contesto ) solo per una mera scelta di comodo dei personaggi rifranti con la realtà sconsolante di coloro che non vogliono né vedere, né sentire. In " Affinché possano Germinare " l'autrice ci consola con il tenue augurio che le buone idee possano infine prevalere ed emergere. Quasi nell'intento di provare a donarci un barlume di speranza, superando le ovvietà e i dogmi qualunquistici ai quali l' uomo d'oggi è suo malgrado totalmente avvezzo. E' " Per non Perdere il Filo " del discorso che Ida Budetta ci mantiene saldi sul tema - un dipinto circolare su legno dal quale prende il titolo - senza mai distrarsi anzi donando un valore tautologico e taumaturgico al percorso della mostra. Siamo attorniati da individui che privi di ogni sensibilità o empatia ci martellano costantemente con le proprie esigenze e richieste, non curanti delle nostre personali necessità: " Adagio Perforante " è l'opera che traduce in modo completo una realtà tale. L'egoismo impera e l'apatia fa da capostipite. In questa triste e desolata concezione quasi apocalittica, come se non bastasse, il " Mercante del Nulla " si appalesa ricordando la figura dell'avvoltoio. Ci propina scientemente - come ogni spacciatore fa oggigiorno - droghe e sostanze di ogni genere per assuefarci e sottometterci. Le figure rappresentate nel " Mercante del Nulla " sono dunque dipinte come vuote teste in terracotta, fragili e appese come forme di formaggi e sono pronte per essere divorate o distrutte, secondo la vanità e il capriccio del momento. Esseri umani che non sono più tali, uomini o donne prive di personalità si lasciano travolgere dagli eventi, ormai privi di ogni forza o capacità decisionale. Tanti sono i riferimenti di fronte ai quali l'artista Budetta ci pone e ciò che mi sorprende (non in ultima analisi decide di toccare anche soggetti impegnativi e forti nei contenuti, come nel caso della violenza contro le donne o in materia di giustizia non sempre equa )è la sua rinnovata capacità, in questi suoi ultimi lavori, nel reinventarsi, traendo beneficio, per esempio, da un'atmosfera molto più surreale e onirica che non in passato. I dipinti sono, infatti, notevolmente intrisi di un surrealismo potente che lascia la mente libera di esprimere i messaggi più reconditi con un automatismo emozionale che si libra tra l'istintività e la scelta razionale, volute e ponderate attentamente dalla pittrice. Se la metafisica è definibile come la rappresentazione del mondo del sogno, il Surrealismo invece ci induce proprio a sognare, grazie alla percezione delle immagini a noi proposte; spesso sconvolgenti e spesso fuori dalla normalità. Che Cosè poi la normalità? Chi la definisce? Che cosa ne deduce un canone applicabile? "L'Urlo del Pianeta" ci riporta proprio con i piedi per terra, quella reale e non fittizia del mondo dei sogni. La denuncia sul maltrattamento del nostro pianeta, della falsa empatia esistente da parte dell'uomo verso la Terra scaturisce proprio da quest'opera. Il personaggio principale è un uomo non ascoltante - con le orecchie chiuse appunto - che finge di prendersi cura del proprio cavallo (cioè la metafora del pianeta Terra), ma in realtà ne sfrutta le ricchezze come nel caso dell'oro rappresentato sotto forma di gioielli, proprio quel prezioso materiale il cui procedimento di estrazione risulta così dannoso e cicatrizzante per il nostro pianeta -. Gli sprechi sono temi ai quali l'artista Budetta è particolarmente sensibile; basti osservare " Declinato Tracimante" per riuscire a intuire come l'idea dello spreco inutile dell'acqua sul nostro pianeta sia una costante. Tale costante, hic et nunc, è un elemento dissonante nell'equilibrio terrestre e lo è maggiormente se si pensa a quella fascia equatoriale del pianeta Terra dove un folto numero di persone ancora ne patisce la mancanza fino a morirne. Allora un'altra domanda spontanea è: quante persone si preoccupano di questa ingiusta ripartizione di un bene fondamentale alla vita di ognuno di noi? la risposta che mi sovviene potrebbe essere: semplicemente perché non c'è un vero interesse economico... Penso e aggiungo che Ida Budetta abbia la consapevolezza e la forza per evidenziare tali ineguaglianze facendosi promotrice tramite il nobile mezzo delle Arti. "Sonata per il Diritto alla Follia " è un tema altrettanto caro all'artista: si batte da qualche tempo perché sia ottemperato e tutelato il diritto alla sanità mentale. Quella Legge Basaglia mai rispettata che prevedeva la creazione di strutture di accoglienza alternative a quello che fu obsoleto modello di ospedale psichiatrico. Inutile dire che tale legge non sia mai stata applicata a dovere né tanto meno rispettata. Gli equilibri sottesi tra gli oggetti rappresentati nei quadri di Ida Budetta sono molto precari per scelta (in "Angelo Politico con Carapace" si vedono ad esempio le brocche con base a punta che non potrebbero mai stare in piedi basandosi sulla normale legge di gravità, poiché prive di una base stabile), ma nonostante ciò reggono tranquillamente un baricentro, anche se la sensazione può sembrare del tutto paradossale. Quanto di più metafisico se non l'esempio degli equilibri instabili per rimandare al concetto di politica corrotta e mal funzionante? Ida Budetta non finisce di stupirci e lo dimostra con enfasi corroborante in: " Angelo politico con Carapace " dove i cinque beccucci della brocca mutano in base alla necessità del momento, esattamente come accade nella politica italiana da sempre dove regna sovrana la convenienza personale al benessere collettivo e dove predomina dunque il solo tornaconto personale. Infine alcuni disegni a matita (titolati " Stralci") sono presentati nella mostra milanese in modo tale da indurre il fruitore a cimentarsi direttamente nel percorso che ha ispirato l'artista Budetta: in tal modo si comprende meglio il modus operandi a livello grafico segnico e squisitamente tecnico che è stato studiato, implementato, approfondito dalla pittrice. Le numerose verità nascoste e intrise di lirismo encomiabile che Ida Budetta ci narra in questo nuovo e audace progetto artistico sono sottese anche nelle parole del noto drammaturgo e poeta Bertold Brecht. Credo che esse siano effettivamente le più adatte all'epilogo del mio elaborato attraverso il quale confermo le grandi capacità di quest'artista schiva e sensibile: " Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente " Massimiliano Bisazza |